La nascita di un figlio è un'esperienza unica. Il neonato viene al mondo in un turbinio di emozioni e sentimenti.
Già durante la gravidanza i futuri genitori, in particolare la mamma - che porta in grembo il bambino, lo sente dentro di sé -,
si preparano ad accogliere il nuovo venuto con una serie di fantasie, aspettative, desideri. E anche qualche timore, ovviamente.
Tutto ciò che i genitori immaginano rispetto al figlio prima e dopo la nascita dipende, naturalmente, dalla loro storia individuale,
dalla loro relazione, da come stanno in questo momento della vita.
Dipende da come è stato il rapporto con i propri genitori, da come sono cresciuti durante l'infanzia, da come si sono realizzati come persone
nell'adolescenza e nell'età adulta.
Importante è anche l'esperienza con i figli precedenti, se ve ne sono.
Inevitabile, quindi, che i genitori proiettino sul figlio molto di sé: magari quello che avrebbero voluto essere e non sono.
Oppure, al contrario, desiderino che il figlio gli somigli molto. O sia simile a qualcuno che hanno molto amato quando erano piccoli.
Le variabili sono infinite, quante le storie di ciascuno.
Tutto questo è assolutamente normale. Il bambino nasce da una relazione e in un mondo che è di relazioni, di pensieri e fantasie più o meno
consapevoli. L'importante è saperlo, pensarci un po' su, da soli e insieme all'altro genitore. In questo modo è più facile farsi
una domanda che a volte invece viene trascurata: "Ma tu, piccolino, chi sei?"
Il figlio, infatti, non è una nostra estensione. Ha un suo temperamento, una sua individualità.
Ovviamente il suo sviluppo dipenderà moltissimo, nel corso del tempo, da come lo alleviamo ed educhiamo. Dall'esempio che gli offriamo.
Ma la domanda va sempre posta, alla nascita e dopo: "Chi sei tu? Quali sono le tue predisposizioni, le tue personali risorse,
le tue fragilità?"
Se un bambino viene ascoltato e rispettato anche per come è e non solo per come vorremmo che fosse, non solo questo è più giusto per lui,
ma anche il rapporto sarà più facile. Privo, inoltre, del peso di sentirsi eccessivamente frustrati o inadeguati se il bimbo è diverso
dalle nostre aspettative. Il bambino è figlio nostro, è vero, ma è anche altro da noi. Benvenuta, quindi, creatura da scoprire!
© Riproduzione riservata